Noi donne abbiamo lottato per l’emancipazione e abbiamo conquistato la libertà di scegliere nella vita (professione e amore) …Ma a che prezzo? Non è che per caso femminismo, rivoluzione sessuale e battaglie per la parità hanno finito per lasciarci più sole e un po’ più tristi?
La cosa certa è che abbiamo un grande privilegio ad essere femmine, destinate dalla natura ad accogliere la vita e a sapere quale grande avventura possa essere per noi diventare mogli e anche madri, accanto all’uomo che scegliamo e che amiamo profondamente.
Ovviamente non sto parlando della casalinga frustrata ma delle tante donne che ho avuto la fortuna di incontrare fin’ora sulla mia strada – donne realizzate spesso anche nel lavoro – amiche molto femmine, che stimo tantissimo che hanno percorso strade in salita, percorsi con risvolti drammatici, eppure ne sono emerse straordinariamente capaci di risorgere contro ogni previsione. Vere guerriere che nascondono le lacrime pur di non intristire coloro che stanno loro accanto e che spesso, combattono da sole.
Loro ma anche la mia esperienza mi hanno insegnato che la felicità non ci aspetta là fuori ma siamo noi a “procurarcela”. Essere felici è possibile, ma richiede un lavoro su noi stessi che a volte può partire o a volte… ripartire, dall’ essere femmine innanzitutto.
Sicuramente la femminilità non sta nelle scarpe che indossiamo anche se i tacchi a spillo conferiscono a qualsiasi calzatura un tocco di femminilità indiscutibile Eppure, questa specie di “trampolo”, originariamente non aveva una funzione estetica, né era usato dalle donne. Lo indossavano infatti i cavalieri persiani per mantenere una posizione più salda quando, a cavallo, combattevano con l’arco. Ehhhh….Non lo sapevate?
Personalmente dopo aver abbandonata la danza circa dieci anni fa (e pur facendo altri sport), lo scorso anno mi ha ripreso la voglia di quella bellissima disciplina in cui si sciolgono tutte le tensioni della giornata trascinati dalla musica e di sicuro da chi chiamo scherzosamente: “la maestra”.
Avevo bisogno di ritrovare uno sport “al femminile” e ho scelto Heels dance, la danza sui tacchi ma soprattutto, sono andata a studiare sul web un’ insegnante che potesse avere certe caratteristiche per me importanti.
Sono sempre stata selettiva nelle scelte e a maggior ragione su sport/attività che occupano un’ora del mio poco tempo libero e così mi sono guardata un po’ di informazioni e video su Heels e alla fine ho visto il profilo instagram di Cinzia Ceglie e un’intervista per il progetto Women Of Change di Anita Falcetta, dove mi ha colpito il concetto che le donne sarebbero più forti se facessero team e invece, come penso anche io, spesso si fanno la guerra inutilmente e agevolano così nel raggiungimento di un target, gli uomini che al contrario fanno team sempre.
Mi metto così in contatto con Cinzia che mi scrive gentilissima e super professionale. Dopo due giorni sono a fare la prova. Era mercoledì e, come una bambina alla sua prima gita scolastica, super exciting.. non vedevo l’ora che passassero quei due giorni per fare la mia lezione di prova. Un’ora per capire in quale corso andare poi dalla settimana successiva. Dovevo vedere un po’ di cose…com’ era la mia velocità di apprendimento della coreografia dopo un po’ di anni, il mood del gruppo, e poi, prima di iscrivermi volevo verificare se ciò che avevo “sentito” attraverso il web sulla maestra, rispecchiava il mio “sentire”.
Quel venerdì, quella prima prova, è stato già un grande regalo. Mi sono iscritta subito.
Cinzia Ceglie, la maestra è una femmina con la F maiuscola. Ha occhi che parlano, sorriso magnetico e carisma da vendere. Nasce a Bari e all’età di soli 4 anni si appassiona alla danza classica e poi a quella moderna e contemporanea. A 15 anni conosce Bill Goodson, ballerino, coreografo di Los Angeles che seguirà in tutti i suoi stage e che diventerà il suo mentore. Studia con maestri di fama internazionale e a 24 anni debutta in RAI nello show in prima serata ‘’La bella e la bestia’’ condotto da Lucio Dalla e Sabrina Ferilli.
Diventa poi l’assistente di Bill Goodson, del quale incarna pienamente lo stile affiancandolo anche negli stage internazionali, come al Moulin Rouge di Parigi e prosegue il suo percorso passando tra tv e teatro fino ad arrivare al successo indiscusso del Chiambretti Night.
Ciò che mi ha colpito di Cinzia, oltre all’indiscussa preparazione, è stato il suo temperamento, l’empatia e la simpatia che è sempre una chiave d’ingresso speciale nel cuore delle persone.
Le sue lezioni racchiudono un’elevata femminilità mescolata ai trend lanciati dalle figure pop internazionali. Già… perché vi confesso che il mio mito indiscusso di donna, è JLo! Si, lo so, per molti di voi non è raffinata, fisicamente imperfetta ma per me femmina e sensuale per ogni centimetro di pelle che ha.
Anche se sono solo all’inizio ho notato sulla mia pelle che le sue lezioni, non servono solo ad allenare “core” e gambe ma sono un percorso dentro la femminilità. Qui si migliora il lato femminile lasciando a casa le timidezze, gli imbarazzi, il ruolo lavorativo che impone spesso di arginare la femminilità che viene fraintesa spesso per “debolezza”.
Incontro Cinzia a cena in un ristorante milanese sfidando il “corona virus” perché entrambe come secondo nome ci chiamiamo Wonder… vorrei farmi raccontare meglio di lei e confrontarmi su un progetto (ancora solo in forma di pensiero) che mi è venuto in mente sul tema del “empowerment” femminile, proprio seguendo le sue lezioni.
Un progetto dedicato alle donne, quelle meno forti, quelle che per qualche motivo hanno perso il senso della loro femminilità, donne che hanno sofferto, che hanno perso l’entusiasmo e cercano di ritrovare l’autostima.
Cinzia ha un sorriso energetico e, a proposito del motivo per cui ho scelto di tornare a danzare, gli domando se la femminilità può essere insegnata e se coincide con la sensualità. Mi dice: “nei miei corsi cerco di insegnare e a volte esaltare la femminilità che spesso è divisa dalla sensualità con una linea molto sottile” e poi continua “la sensualità fa parte del tuo DNA, è oggettivamente riconosciuta e non è direttamente proporzionale alla bellezza ma non si può insegnare dal nulla. La femminilità invece è soggettiva , ogni donna la può esprimere a suo modo”
Per quanto mi riguarda invece cercherò di spiegare la differenza sottile tra femminilità e sensualità partendo da quest’ultima ma la premessa è che per sentirsi sensuali bisogna “acquisire sicurezza di sé”, piacersi senza trascurare la naturalezza e la spontaneità.
La sensualità è quella combinazione di caratteristiche mentali, fisiche e comportamentali che si traducono in una determinata comunicazione verbale, non verbale o para verbale in grado di stimolare il “piacere sensuale” delle persone…
E’ una questione di sguardo, come inclini la testa o sposti dietro l’orecchio la ciocca di capelli. Da non confondere mai con la volgarità che trovo completamente agli antipodi. La sensualità è più affine, nel mio pensiero, alla vera femminilità fatta di eleganza, raffinatezza, classe…e a cui si aggiunge però una maggiore consapevolezza di sé a livello sessuale.
Tornando alle lezioni di Heels…Posso dirvi che anche eventuali fidanzati, compagni o mariti potrebbero trarre giovamento dalla frequentazione della loro compagna ad un corso di Heels Dance … e la “maestra” mi ha confessato di aver già avuto ringraziamenti in questo senso.
Le donne sono un mondo bellissimo (non proprio tutte… vedi articolo sulle “gatte morte”(clicca qui), e ci sono Femmine speciali.
Si impara sempre, in ogni ambito e personalmente sono sempre curiosa e alla ricerca di migliorarmi e così è stato a proposito della femminilità e del corso di danza.
Chissà… magari i signori uomini prima o poi riusciranno a comprendere che per una donna chiedere e pretendere rispetto e “parità”, non per forza deve significare essere femministe e senza femminilità.
Le donne sono un mondo bellissimo. A volte siamo noi stesse le prime a dimenticarlo. Grazie per questo meraviglioso articolo….
Grazie a te per avermi letto. arrivederci presto.