La sconfitta analizzata, compresa e superata, senza “se” e senza “ma”. Nessun alibi ma un’analisi dei limiti che l’hanno prodotta e poi un lavoro per trasformare le difficoltà in opportunità, finchè non si arriva all’obiettivo
Solo così la sconfitta, diventa il miglior training al mondo nello sport come nella vita.
Solo chi ha conosciuto la sconfitta può assaporare davvero il gusto della vittoria. Quella vittoria che può essere arrivare ad un’ora di corsa consecutiva, riuscire a fare una trazione o 10 push up partendo da uno a ginocchia piegate… piuttosto che vincere una gara di crossfit o di canoa.
Quella vittoria anticipata, sognata, perseguita, cercata, con costanza e determinazione senza mai mollare ne esaltarsi al primo ostacolo superato su una strada impervia che è sicuramente ancora lunga.
Lo sport è un grande coach di corpo e mente. E lo è fin da quando siamo bambini, un fattore di identità personale e di integrazione: la competenza motoria, la bravura nello sport, definisce il “rango” e il livello di accettazione nel gruppo dei coetanei e degli amici. Più sei fisicamente atletico, più sale il testosterone, più le regole di aggregazione nel gruppo sono dettate da leggi antiche e primitive, che il successo nello sport fa muovere nella direzione del rispetto e dell’ammirazione.
Inoltre, lo sport canalizza e scarica le emozioni negative, che altrimenti sono tossiche per corpo e mente. E, se vissuto non come un “dovere” (corro così mangio la lasagna…), carica le pile della mente e della vita con fattori di energia pulita: coraggio, determinazione, costanza, onestà, lealtà, capacità di autocritica. Con lo sport, poi, si impara un metodo: di allenamento ma anche di studio prima e lavoro poi.
Metodo per acquisire disciplina, nell’allenamento e nella vita. In nessuno sport esiste il colpo di genio, se non c’è una solidissima e quotidiana preparazione fisica e mentale non arrivi all’obiettivo. L’improvvisazione non fa vincere. Nello sport impari che per migliorare bisogna impegnarsi in prima persona e faticare con costanza, tutti i giorni, senza alibi e senza raccontarti storie.
Uno sportivo può facilmente comprendere che l’Intelligenza motoria si esalta se accompagnata dall’intelligenza emotiva, che sta alla base anche della capacità di intuire chi hai di fronte, di amare ed essere amati, stabilendo rapporti sani, dall’amicizia o amore che sia, fino al fare team, nello sport come nella vita.
Concludo con una curiosità… molti giapponesi vengono in Italia per fare uno tra le gare di corsa più impegnative al mondo: il “Tor des Geants” (330 km totali con un dislivello positivo di 24000 metri da concludersi entro 150 ore) . La spiegazione oltre che nella sfida verso se stessi e unicità della gara per panorami e difficoltà, sta nel fatto che per loro arrivare al traguardo “fa curriculum” nella ricerca di lavoro. A voi le conclusioni…
Scrivi un commento