Ogni giorno come se fosse l’ultimo.

E’ estate, sono ad una cena e ti vedo sorridere, raccontare del giro in moto che ti piacerebbe fare con me e tuoi amici, magari il prossimo week end se non fa troppo caldo…

Sei un cinquantenne con occhi azzurri, sorriso dolce e bei modi, sposato per amore poco tempo fa, proprio per quel senso di protezione verso la tua compagna di sempre.

E sono certa che in alcuni momenti hai avuto paura o ti si è chiuso così tanto il cuore per ciò che ti hanno detto i medici che ti è mancato il respiro per qualche minuto… che la sera aspettando di dormire magari piangi perché non te ne fai una ragione, che baci appassionatamente lei e le dici per sdrammatizzare che sei immortale.

Non è possibile che non pensi a te, a questo grande uomo,  anche se non sei il mio amico di sempre.

Penso a te spesso perchè sei la persona più coraggiosa che abbia incontrato fin’ora, anche solo per aver deciso di non fare più la chemioterapia e di vivere la vita al meglio finchè potrai.

E poi l’altra sera mi informi che venderai la tua moto e lo fai con quella naturalezza che appartiene a chi ci vive dentro nella malattia e mi racconti che ti hanno evidenziato metastasi ossee e dentro di me, che amo la moto esattamente con la tua stessa intensità, si forma un vuoto e rimango in un silenzio assordante.

E ovviamente poi rientrando a casa in moto mi chiedo come reagirei al tuo posto ma soprattutto che non devo abbattermi per quei problemi della vita che non hanno a che fare con una malattia o peggio con il fatto di non poter pensare più in là del giorno dopo.

Forse alcune persone hanno la missione nella vita di riconnetterci con la dimensione reale di ciò che è la vita. Chapeau mon ami!