Il dolore, quello non fisico, quello che non ha una causa scientifica, che coinvolge mente e corpo ma parte da dentro, questo è il dolore che mi fa più paura.
Quando stai male fisicamente puoi infatti far sparire il male con una tachipirina o se troppo forte, con un bel Toradol che ti fa praticamente “perdere i sensi”, ma Il dolore dell’anima invece, è tutto un altro discorso.
Non voglio parlare di quelle persone che faticano a stare in questo mondo, quelle persone che vedono il mondo a prescindere, come un nemico, come qualcosa di brutto e che non capiscono come si possa stare meglio. Per queste persone non sono preparata…
Riflettevo invece su quel dolore dell’anima che a tratti ci accompagna in questa vita e che puoi solo combattere, coinvolgendo tutto di te e adoperandoti tramite strumenti e tattiche che hai imparato essendoci già passata o ascoltando i consigli di un amico fidato o al più, cadendo e somatizzando una delusione per poi diventare più forte perché tanto stai pur certo, che ci sarà una prossima volta!
La vita ci mette alla prova ogni giorno, non possiamo esimerci ne fare i paurosi ma possiamo solo combattere ognuno con le proprie armi che potrebbe anche voler dire far scivolare via quel fatto che ci ha portati a soffrire o affrontare chi ci ha fatto del male o ancora distogliere l’attenzione o un mix di tutte queste strategie…
Quello che so per certo e che accomuna tutti noi è che il dolore dell’anima è quello profondo e penetrante che si prova solo quando ti viene fatta un’ ingiustizia, quando ti mettono con le spalle al muro o quando qualcuno se ne va via da te senza poter scegliere.
Quel dolore che ti blocca lo stomaco, che ti fa mancare il respiro e ti confonde a tal punto da non riuscire a seguire nemmeno il labiale di chi hai di fronte.
E’ lo stesso che ti accompagna per una sera, 2 giorni, per mesi o addirittura per anni.
E’ un tempo che non decide il destino, sei tu che piloti l’aereo che è in riserva. Tocca a te rintracciare la rotta e portare tutti in salvo prima possibile.
Si, perché certe tattiche servono ad accorciare il tempo del dolore e negli anni diventi sempre più bravo.
Personalmente tento di spostare il pensiero faticando (facendo sport o semplicemente facendo dei lavori in casa), oppure affrontando come un leone la causa scatenante per poi chiudere la porta e andare avanti o ancora riflettendo e facendomi possedere dal dolore e piangendo così tanto così che le lacrime man mano facciano scivolare via dal cuore questo dolore infinito.
Ma di sicuro cerco di perdonare e perdonarmi perché chi non lo fa rimane legato ad un evento negativo, a quella persona che gli ha fatto del male. Chi non perdona si porta dietro un peso e fatica a voltare pagina davvero. Con il perdono invece si apre una vita nuova e ritorna il sole.
E’ un lavoro duro da fare ma necessario per chi vuole sempre trovare un sorriso, per chi è affamato di energia positiva, a semplicemente per chi vuole vivere e non sopravvivere!
L’assenza, la perdita e il dolore nella vita tornano a visitarci più di una volta. Ogni volta il nostro cuore è come l’apertura di un balcone sperando che il temporale filtri dai soffitti e squarci le crepe del nostro dolore. E allora che cerchiamo il luogo del ritorno perchè solo riattraversando la nostra storia possiamo davvero liberaci dei nostri fantasmi. E ‘ come un continuo corpo a corpo con il passato che ci rende tutti dei sopravvissuti, ciascuno alla propria battaglia. Ma si trova sempre un modo per spezzare il sortilegio e vivere. La vita è salvezza e naufragio insieme, è chiedere e ricevere delle risposte.
E comunque siete avvertiti: non vi ho dato neanche una pallida idea di come sia bello e commovente questo post di Terry.
Tanto vero nelle tue parole. Un abbraccio
Che siano tempeste furiose o semplici acquazzoni, per ogni evento e col dovuto proprio tempo tutto si supera ed a tutto si sopravvive… alla fine è tutta Vita, se ci si butta si accetta tutto quel che viene, le rose e le spine… e per quanto le spine possano ahinoi ad un certo punto “materializzarsi” e pungere è sempre meglio che stare spaventati a guardar dalla finestra tempo e Vita passare…ad ogni dolore se ne esce più forti, ogni volta mentre si attraversa la tempesta si teme di non farcela, e ogni volta ci si volta indietro e si vede che le nuvole nere si son diradate e le abbiamo lasciate alle spalle, forse più forti, indubbiamente più consapevoli del nostro valore e di quel che si è, dello spessore che ci contraddistingue da chiunque altro, del potere che siamo!
è “solo” la differenza fra Vivere o limitarsi ad esistere.
buona Vita, possibilmente sommersa di rose…debitamente ripulite dalle spine di un efficientissimo fiorista 😉
un abbraccio
Yes my friend! Ad altiora semper💗