UN INCIDENTE PER RICOMINCIARE E IMPARARE.

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Dicono che bisogna toccare il fondo per riemergere più forti di prima e …in effetti a  volte abbiamo bisogno di “interventi esterni” per “svegliarci” e renderci conto di quanto semplici gesti quotidiani come bere da una bottiglietta di acqua, facciano la differenza nel vivere ogni giorno.

A volte c’è bisogno che intervenga il destino, con eventi apparentemente tragici e negativi, ma che invece si riveleranno essere la nostra salvezza. E’ questo ve lo dico proprio io che già ero sulla buona strada dell’amare la vita in ogni aspetto anche negativo. Ve lo dico dopo essere sopravvissuta ad un incidente stradale con la mia triumph street 675. Ricordo il mio incidente perfettamente: io che non ho nemmeno il tempo di frenare ma che entro in accelerazione nella fiancata destra della Passat che all’improvviso per girare a destra si è buttata esattamente davanti a me.

 Sento il rumore fortissimo delle lamiere. Uno schianto pazzesco, un buco di pochi secondi dove il rumore della moto è quasi attutito perché sto volando. Atterro sul fianco sinistro e inizio a rotolare facendo perno su ginocchia e spalle e alla fine rivedo la mia moto come guidata da un fantasma, parallela al mio strisciare verso il marciapiede e realizzo che il labbro sta grattando l’asfalto. E intanto che alzo il viso per evitare abrasione più estesa, sto pensando “be dai la moto non sembra avere troppi danni”…Non vi sembra assurdo? Noi motociclisti pensiamo forse prima al mezzo che alle nostre ferite…

Mi fermo e cerco subito di muovere le gambe mettendomi seduta. Il caldo dell’asfalto è incredibile e nel cercare di rialzarmi inizio a non respirare e a chiedere aiuto alle tante persone che mi circondano. Nonostante altri due incidenti questa è la prima volta che ho pensato di morire.

In quegli istanti realizzi una sensazione di impotenza infinita e ti senti piccolissimo e assolutamente indifeso.

Era l’ 8 agosto scorso esattamente la sera prima delle vacanze che aspettavo tanto dopo gli ultimi mesi di lockdown e la fatica doppia fatta nel mio lavoro di contatto e presidio dei prospect rinchiusi nelle case. Passeranno 35 giorni lunghissimi  prima che io possa tornare a bere e mangiare ma soprattutto a lavarmi da sola. Ma così come un neonato nasce nel dolore, nel mio dolore ho cercato di trovare come faccio sempre un sorriso e una rinascita.

La mia vita stava galleggiando su ogni fronte… mi sentivo un po’ sospesa, non esattamente soddisfatta sul tema lavorativo e a tratti personale ma trovavo scuse e pensavo fosse anche colpa della nostra situazione “pandemica” di chiusura protratta da tempo. Comunque, nel bel mezzo di questo caos arriva lui: il destino che bussa alla mia porta, anzi per essere più precisa la sfonda direttamente!

Ero a terra, non so quante ossa ma capivo che il dolore proveniente da entrambe le mani presupponevano qualcosa di rotto, pregavo di aiutarmi a respirare, pensavo di stare per morire e piangevo, Ma in quel gran casino la mia mente ha smesso di avere pensieri di “galleggiamento e come risolvere” e ha dovuto concentrarsi su qualcosa di più imminente che era il pericolo di morte, a quell’istinto di sopravvivenza che in occasioni come queste prende il sopravvento.

Ora vi faccio una domanda… :E’estate e hai sete cosa fai? Apri una bottiglietta e bevi …Beh immaginate di essere bloccati nel vostro corpo e di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno anche solo per un bisogno tanto banale. Ecco, questa cosa che può sembrare un esempio stupido, mi ha colpito a tal punto da farmi riflettere sulla mia intera esistenza.

Ho sempre pensato di dover essere grata anche solo per quella corsa alle h.630 del mattino nonostante il sonno e magari la stanchezza di un allenamento la sera precedente o ancora del tramonto che potevo guardare non al mare ma  solo dalla mia finestra a Milano… Ma dopo l’incidente ho iniziato a riflettere su tutte le piccole cose, come farmi la doccia e asciugarmi i capelli come volevo per esempio, ed ho capito che noi siamo piccole cose e tutto il resto di cui ci facciamo mille pippe alla fine non sono niente, solo creazioni mostruose della nostra mente dettate dalle bugie o giustifiche che ogni giorno ci raccontiamo, da un Ego infinito che ci mangia lentamente.

Già perché il nostro più grande problema, anche se non vogliamo ammetterlo, siamo noi stessi. Finché non ammetteremo di essere un minuscolo e inutile granello di sabbia nell’ immensitá dell’universo di cui siamo parte integrante, non potremmo mai uscire da questa situazione disastrosa in cui siamo. Qualcuno incontrato proprio in quel mese disastroso mi ha detto : “se vuoi diventare grande, prima devi diventare il più piccolo possibile”!

Ho già scritto di come sia nata con un indole “abitudinaria” e di come (avendo perso la mamma da piccina), abbia sviluppato quel senso di protezione dal mondo che si riflette nel pianificare proprio per minimizzare errori… ma poi ,attraverso lo sport, libri sul tema e le esperienze della vita,  sono arrivata ad amare i cambiamenti che a volte sono anche improvvisi e non pianificabili come è capitato ad agosto scorso con il mio incidente.

Ecco non sono andata a vivere a Tenerife ne mi sono messa a fare la cuoca in un ristorante .. ma la mia vita è cambiata e continua ancora a cambiare.Il mio percorso è lontano dall’essere concluso e spero che non si concluda mai  perché la vita è in continuo cambiamento. I cambiamenti sono sempre e comunque una benedizione da accettare, sfruttare e assecondare per evolvere e migliorare e non da combattere!

Ed io ho amato ogni singolo cambiamento della mia vita, compreso il mio incidente.

Alla fine del mio riflettere in quei lunghi 36 giorni di immobilità o quasi, sono giunta ad una conclusione… Tutto quello di cui abbiamo realmente bisogno é dentro di noi. Ho avuto conferma che se davvero vuoi qualcosa devi alzarti e prendertela, perché nessuno te la porterà ne scenderà mai dal cielo! Ho costatato che “impossibile” è solo una parola vuota, priva di significato 

Ho avuto anche la conferma che i cambiamenti nella vita non solo sono necessari, ma sono sempre bellissimi! Ho imparato che tutto succede per un motivo e che quel motivo è sempre lo stesso: farti crescere e migliorare!! Ho imparato che il bene ritorna in qualsiasi forma basta aver voglia di riconoscerlo e che la gratitudine è una delle emozioni più preziose e benefiche che possiamo provare nella vita.

Ma la cosa più importante che ho imparato è che l’unica cosa che davvero ci appartiene, che davvero è nostra, è il nostro Tempo; e prima di spenderlo per cose che non voglio più fare, preferisco passare per altri mille incidenti!

Sono contenta che ho tolto un mese fa il gesso e riesco a usare il mio adorato PC fondamentale per il mio lavoro, che riesco a fare il mio sport ed esercizi che nella mia immaginazione non erano contemplati prima di Natale che pian piano sto dormendo le mie solite 7/8 ore filate come da sempre facevo invece di svegliarmi per il fastidio ai tendini anche tre o quattro volte a notte.

Sono contenta di aver ripreso in mano la mia vita di quel 8 agosto, lottando con le unghie e con i denti. Non ho nessun super-potere speciale, non sono wonder come simpaticamente un amico mi chiama; anzi, tutti i giorni lotto con le mie paure tirando fuori il coraggio e affrontando le mie ansie con un sorriso e trasformandole in qualcosa di positivo.

 Vorrei ancora ringraziare tutte le persone che mi seguono sui profili social e che mi hanno mandato centinaia di messaggi, quelle persone sconosciute che mi hanno anche solo dedicato un sorriso per strada vedendomi ingessata su entrambe le braccia che mi hanno fatto passare 5 minuti al cellulare di quel tempo infinito in agosto, la signora che mi ha aiutato per lavarmi, vestirmi, pettinarmi e tutti gli amici che si sono attivati per aiutarmi come potevano anche da lontano ma in particolare Salvo e Francesco, che si sono presi cura di me ospitandomi al fresco e coccolandomi nei 10 giorni più caldi di agosto e poi ultimo ma non per importanza un grazie di cuore a Steve, il mio riferimento di bene infinito che c’è stato sempre.

Per “cambiare la propria vita” (fosse anche finire un matrimonio che da anni non funziona o cambiare lavoro…) non serve coraggio, come molti pensano e dicono; la vita si cambia a mio avviso per paura,  paura di restare in una perenne situazione di infelicità per il resto dei tuoi giorni, e di arrivare alla fine del tuo tempo col rimorso di non aver mai vissuto.

E non bisogna essere chissà chi. Basta volerlo.

Tutti possono “rinascere”, anche e sicuramente meglio….senza un incidenti!!!!

Di |2021-10-28T17:50:56+02:0028 Ottobre 2021|React|0 Commenti

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