IL MOTORE ESSENZIALE SI CHIAMA MOTIVAZIONE

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La motivazione è definita la forza motrice che porta un individuo a comportarsi in un determinato modo al fine di raggiungere un obiettivo. A me piace chiamarla Motore essenziale.

Il rapporto che ognuno di noi ha con una qualsiasi attività quotidiana, fisica e/o sportiva è fortemente influenzato dalla componente motivazionale.

Per fare un esempio, parto da me che mi conosco …

Ho iniziato uno sport, il calisthenics, per molti sconosciuto e anche considerato non esattamente adatto a persone over 40, guardando un video dove veniva svolta una dragon flag da un atleta con un fisico definito e statuario.

E’ indubbio che, le donne perdono tonicità muscolare più velocemente degli uomini con l’età che avanza e se fanno sport di resistenza, ancora di più… amando il running e macinando in media 120 km al mese, era doveroso trovare uno sport per lo sviluppo della forza.

I pesi e le macchine mi hanno annoiato da sempre e ci ho provato lo giuro e, chi mi conosce lo sa,, ma quando sono durata tanto è stato un mese… poi ho smesso!

Invece, con il calisthenics,  guidata dalla motivazione di arrivare a svolgere la Dragon al 100% sono ormai due anni che, due volte alla settimana, mi applico in questa disciplina arrivando a fare gesti atletici (verticale, backlever..) che non eseguivo dall’ età di otto anni (video calisthenics)

Però…“Quante volte ci siamo sentiti  in grado di poter raggiungere un qualunque obiettivo con l’impegno necessario, e quante volte è prevalsa la paura di fallire e di essere giudicati?”. 

Se ci siamo sentiti spesso nella seconda ipotesi, è utile tenere presente che, nello sport come nella vita, “non provare” e/o “non mettersi in gioco” per paura di fallire, alimenta un circolo vizioso per cui non si fa nulla proprio per evitare di sbagliare e così facendo aumenta la percezione che abbiamo di non essere in grado e di essere considerati dagli altri come persone di scarso valore.

Interrompere questo circolo è più semplice di quello che pensate, basta iniziare a fare, mettendo in conto che non riuscire è una possibilità ma non l’unica.

In un’intervista, Valentina Vezzali a proposito del legame sport e vita risponde  “lo sport è la più grande metafora della vita: ti porta sempre ad affrontare nuovi ostacoli, ti insegna a imparare e a reagire, aspettando la prossima volta“.

E’ facile quindi intuire quanta importanza possa avere questa componente del vivere umano se la si rapporta alla volontà di raggiungere il successo sportivo o professionale.

Possiamo chiamarla motivazione o passione ma è innegabile lavorare molto sul mantenimento di livelli elevati di questo motore essenziale.

Per mantenere elevata la motivazione sia lavorativa che sportiva serve un incentivo o gratificazione che risulta essere un altro dei fattori determinanti per il successo di un obiettivo sportivo, un progetto o di una impresa.

Qualche anno fa Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica, ha compiuto ottant’anni e per festeggiare un traguardo così importante, ha deciso di regalare centoquaranta mila azioni Luxottica ai propri dipendenti, un “piccolo regalo” stimato in circa nove milioni di euro; ma l’aveva già fatto in occasione dei cinquant’anni dell’azienda.

In entrambi i casi l’imprenditore ha specificato “un ringraziamento dal cuore ai dipendenti italiani del gruppo, i veri artefici del successo della nostra azienda… “

E, anche se a molti sembrerà strano, l’imprenditore lombardo non è l’unico a cui piace fare regali importanti ai propri collaboratori. Richard Branson, il fondatore della compagnia aerea low cost Virgin e da qualche anno dei viaggi nello spazio Virgin Galactic, ha offerto vacanze illimitate ai centosettanta dipendenti della sede centrale della compagnia. Oppure in India dove, Savaji Dholakiya, il fondatore della compagnia Hari Krishna Export, ha premiato i milleduecento migliori dipendenti con gioielli, Fiat Punto e bilocali.

Quando parliamo di gratificazione non intendiamo esclusivamente però il guadagno economico che è fondamentale per il sostentamento ed il vivere quotidiano. La gratificazione è anche e soprattutto ( e anch io lo credo veramente), un complimento, un riconoscere verbalmente le capacità e cosa ancora più importante rimane la modularità della gratificazione che deve essere assegnata ai singoli dipendenti in relazione all’impegno e al risultato ottenuto.

Di sicuro qualsiasi gratificazione causa nella persona, grandissime soddisfazioni e aumenta il desiderio di migliorarsi e di mettersi in gioco per ricompensare la fiducia accordatagli dal proprio allenatore o nel caso aziendale, dall’imprenditore.

In particolare in azienda, ogni incentivo concesso mantiene elevata la motivazione lavorativa, che è uno dei fattori determinanti per il successo di un progetto o di una impresa.

Nello sport come nella vita, la motivazione  personale parte in primo luogo dall’interiorità di ogni persona, ma può essere ulteriormente favorita e aumentata dall’intervento esterno di alcune figure come il personal trainer, i genitori, i datori di lavoro…

Se l’atleta è motivato intrinsecamente, l’attività sportiva viene portata avanti con costanza e impegno. Diversamente, le ricompense esterne mettono in primo piano il premio piuttosto che il risultato personale.

Bello sarebbe se ognuno di noi potesse avere a disposizione un personal trainer che “ogni maledetta mattina” ci prepara alla sessione di corsa o nell’andare al lavoro. Perché nello sport, come nella vita, ci sono giorni in cui “non gira” per le più diverse motivazioni: lo stress, i pensieri per la famiglia o il lavoro, la scarsa fiducia in se stessi.

La spinta deve partire da noi, dalle nostre motivazioni interiori. E, anche se spesso non è facile, bisogna cercare di non mollare.Mai.

Di |2019-12-05T14:42:38+01:0020 Settembre 2019|Connect|0 Commenti

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