Dove eravamo rimasti…
Franca, donna selvaggia di grande fascino, di origini miste ma milanese di adozione e Salvatore, medico siciliano con occhi profondi si erano incontrati per caso ad una cena e non si erano più lasciati nonostante la distanza e ora si stavano rincontrando a Salina, un’isola magica.
Scendere da un aliscafo e incontrare gli occhi che per qualche ragione non facile da spiegare ti hanno fatto dimenticare all improvviso tutte le fatiche e ti fa sembrare colorata un’isola anche se piove.
Salvatore la baciò sulla guancia e intanto che le prendeva il bagaglio le disse: “Benvenuta tutto bene il viaggio?” …Lei era felice, di quella felicità che ti fa mancare un po’ il respiro e gli sorrise rispondendo “è stato troppo lungo…”.
Lui intanto che camminavano, si avvicinò a lei e non riuscì ad evitare di sfiorarle il braccio prendendole la mano. Le persone e il vociare si era man mano dileguato, gli atri passeggeri sembravano di fretta mentre loro se la prendevano con calma e quando Franca sentì la mano di lui e come un automa si avvicinò al suo collo e lo baciò maliziosamente tardando qualche secondo nello staccare le labbra. Fu in quel momento che lui si fermò le cinse la vita le spostò la ciocca bionda che il vento le aveva portato sul viso e la baciò a lungo.
Per strada lei si staccò dalla sua mano, lui veniva salutato ogni tre passi e lei scrutata ma d’altronde era il medico dell’isola, il pilastro dei pochi abitanti che ormai rimanevano sull’isola anche d’inverno e che d’estate si mischiavano alle migliaia di turisti che affollavano l’isola.
Lei si distingueva tra la folla forse per quesi capelli color miele e il fisico atletico ma lui era preso dal suo modo di essere così solare e un po’ sfrontata e per un momento notò un’ombra sul suo viso di lei e le chiese se stava bene…
Per un attimo fu attraversata dalla malinconia del “magari finirà”, come succede spesso nei momenti in cui sei tanto felice e vorresti che quei minuti rallentassero così tanto da far durare più a lungo le emozioni e goderti ogni frame di quel cortometraggio appena iniziato.
Fu questione di un attimo ma poi ritornò con quella luce negli occhi che era tipica di lei e tranquillizzò il suo principe,
Intanto erano arrivati alla casa, un piccolo appartamento alla fine del paese con una stradina che portava direttamente sul lungo mare. Si entrava da un terrazzo in parte coperto dalle tipiche cannucce.
Era tutto perfetto, una zona leaving accogliente con un cucinotto separato e un grazioso tavolino per due sotto la finestra. C’era la cucina fatta completamente in muratura e rivestire con le maioliche siciliane.
Accanto alla zona living un disimpegno da cui si accedeva alla camera da letto con una ampia vetrata davanti al letto da cui si poteva intravedere il mare e ad un bagno in cui i colori dell’azzurro e del bianco si miscelavano a puntino e dove notò subito una grande vasca angolare.
Non un ordine maniacale ma tutto sembrava pulito e d’altronde per un medico l’igiene è importante e lei aveva avuto una scuola dal suo papà (anche lui medico).
Totò la guardò intanto che si tolse il cappello e appoggiò la sua borsa sulla poltrona davanti alla grande TV.. quella delle serate invernali quando anche il medico dell’isola, pensò lei, dopo aver preso una pizza si guardava qualche serie su Netflix…
Le si avvicinò abbracciandola da dietro, fuori intanto ormai era quasi buio e filtravano dalla finestra solo le luci del lungomare,
La iniziò a baciare sul collo, lei si girò piano senza staccarsi troppo da lui e portando le sue mani dietro la sua nuca di lui, lo guardò negli occhi quasi a volergli trasmettere i battiti del cuore che sembravano impazziti.
Lui la baciò e iniziarono a spogliarsi e tutto accadde senza una sbavatura, con la naturalezza di chi si aspetta da una vita e per caso si incontra e non si lascia più.
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