PER UN MONDO MIGLIORE SERVE PIU’ PASSIONE CHE SACRIFICIO.

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Mi piace parlare di passione forse perché mi appartiene insieme ad entusiasmo e  costanza ma soprattutto perché vedo su me stessa i risultati non esattamente positivi, le rare volte in cui non ne metto. Tutti sappiamo quanto è importante avere voglia di fare le cose, aumentare la motivazione e vivere con entusiasmo… Invece vediamo colleghi infelici e lamentosi, genitori ansiosi e bimbi agitati. Tutto questo mondo spento potrebbe essere in parte anche colpa nostra e dei nostri genitori prima e prima ancora dei nostri avi…

Il grigio in parte deriva da un’educazione che ha fatto molti danni. Ci hanno insegnato (e in parte – l’ha salvato l’animo siciliano – anche mio papà…) l’elogio del sacrificio – “Prima il dovere, poi il piacere” – quante volte ve l’hanno detta questa frase? Genitori e insegnanti… Invece si dovrebbe insegnare la passione.

Non amo particolarmente Raffaele Morelli ma nel suo libro “Crescerli per educarli” parla di passione contro sacrificio e c’è una frase riassuntiva di un concetto che mi sta un po’ stretto: “Dietro il senso del dovere c’è una morale che giudica tutto quello che dà piacere come un di più, se non una perdita di tempo”. E questo si traduce nella ricerca del bambino campione di calcio o nello studente primo della classe o ancora del piccolo genio matematico.

Ma spesso noi da figli per la maggior parte non venivamo ascoltati .. ho fatto danza perché i miei volevano smorzare il lato da maschiaccio che avevo .. poi mi è andata bene perché amo la danza ancora. Oggi però spero che i genitori siano diversi perché il sacrificio, quando è pervasivo, diventa un falso dio cui dare tutto. 

A volte capita che con lo spirito di sacrificio, perdiamo il senso della nostra vita. Capita di fermarci un attimo e renderci conto che ci siamo dimenticati persino per cosa ci stiamo sacrificando.

Ho lavorato molto su questo “non senso” che mi hanno inculcato da piccola e che per certi versi non rinnego, mi ha anche aiutato (non avendo una mamma vicino come consigliera), a non fare stupidaggini ma più che il sacrificio serve motivazione e passione. Le persone che ottengono i migliori risultati, non sono quelle che si sacrificano ma quelle realizzate e felici. e lo sono anche nel lavoro, quelli che hanno seguito le loro passioni e che sono riusciti a farne una professione e a dedicarci la vita.

Se avessi dovuto seguire la strada che sarebbe piaciuta a mio papà dopo la laura in economia, avrei fatto il commercialista, probabilmente avrei fatto più soldi ma non sarei stata felice come lo sono lavorando in pubblicità… ho iniziato che ero ancora all’università facendo sacrifici per dare gli ultimi esami e preparare la tesi ma rifarei lo stesso anche dopo 25 anni. E comunque anche nel mio lavoro che amo… ci sono progetti, situazioni che non sono sempre favorevoli e ho sperimentato che quando mi allontano dal mio “daimon”, faccio molta fatica e ottengo risultati non eccellenti.

Al contrario, quando invece lo ascolto, il lavoro non pesa, dà più soddisfazioni del previsto e porta, sempre ottimi risultati e nuovo lavoro. Su questo tema ricordo la frase di un mio amico che lavora come direttore risorse umane da molto tempo in grandi aziende. Parlavamo del suo trasferimento e proprio descrivendomi come avrebbe riorganizzato il suo team mi disse: “Cerco i talenti nei dipendenti del mio team e faccio loro domande,.. e nel possibile cerco di formare una squadra inserendo ognuno di loro in un contesto lavorativo conoscendo le loro caratteristiche e propensione a certe mansioni più di altre” Bisogna saper guardare e ascoltare i nostri talenti ma anche delle persone con cui ci interfacciamo che siano figli o colleghi o partner nella vita di ogni giorno.

Di figli non so molto ma lo sono stata e ho osservato spesso gli amici che ne hanno e credo che l’ascolto sia una parte importante oltre al trovare la chiave giusta per aiutarli a trovare la direzione per esprimere le loro passioni. Sul lavoro invece, basta ascoltare i propri talenti e seguirli.. almeno uno l’abbiamo tutti! E comunque, una strada c’è sempre, anche quando sembra di aver sbagliato tutto.. dobbiamo solo essere capaci di ascoltarci e poi, i risultati arrivano, anche a costo di fare cambiamenti drastici e affrontare dei rischi.

E se cadiamo non importa, inciampare fa parte del gioco ma si impara proprio e si cresce solo rialzandosi e riprovando.

Di |2021-05-06T12:26:15+02:006 Maggio 2021|React|0 Commenti

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